Questo è un video ricavato dal montaggio di alcune sequenze di un film d'epoca di Garrone con Lyda Borelli, "Malombra". Ho messo insieme immagini particolarmente intense, trasudanti decadentismo, usando come sottofondo musicale un mio brano.

Dall'età di quindici anni sono innamorato della musica.

Mio padre un giorno rientrò a casa portando con sé alcuni 45 giri, tra cui "Heroes" di David Bowie; e,  in curata confezione, un doppio L.P. con le ultime due sinfonie di Beethoven dirette da Karajan.

Da allora ho ascoltato, e dopo poco ho iniziato a studiare.

Avevo diciotto anni quando ho messo su carta le prime note, e il mio primo pubblico è stato quello, selezionatissimo, degli amici degli anni verdi. Devo ancora avere da qualche parte una di quelle vecchie cassette a nastro che non si usano più, con registrazioni men che amatoriali, effettuate con improbabili apparecchietti da discount dell'elettronica.

Ingenuità, imperizie di esecuzione, ineliminabili fruscii: buone cose di pessimo gusto, per dirla alla Gozzano.

Poi  è venuta l'era dei computer. Ho resistito a lungo, umanisticamente contrario all'imperio delle "macchine", sino a quando il P.C. non l'ho dovuto comprare per mio figlio. Ho messo mano per curiosità, ed anche il copia-incolla era all'inizio per me cosa difficile.

Ma il tempo è galantuomo, e lentamente ho iniziato a superare i pregiudizi e a capire le potenzialità del mezzo. Ho scoperto un mondo di possibilità che mi apparivano meravigliose, con applicazioni messe al servizio della musica assolutamente impensabili sino a pochi anni prima.

 

 

Arriva una tastiera decente collegata alla scheda audio, arrivano gli editor e gli strumenti virtuali. Un delirio di onnipotenza.

Il pianoforte elettrico giocato ancora dal vivo, il cui suono ormai pare quello di un "gran coda", emula pure con divina indifferenza chitarre ed archi; alla batteria (quando serve) sembra ci sia Phil Collins; alcuni software poi materializzano -con buona naturalezza- la stessa voce umana. 

E' il tripudio dell'autarchia musicale.

Anche se insieme ai fruscii e alle riprese audio d'accatto se ne vanno pure gli "eroici furori"  dei vent'anni.